Arci Carlo Cafiero vi invita alla presentazione del libro "Non è lavoro è sfruttamento" di Marta Fana - Martedì 16 Gennaio 2018, alle 19.30
Parleremo di lavoro e non lavoro con l'autrice MARTA FANA,
GIUSEPPE DELEONARDIS segretario provinciale CGIL Bat
modera
SABRINA DIGIOIA esperta in diritto del lavoro
presso GrowLab - c.so V. Emanuele, 63 - Barletta
Non è lavoro è sfruttamento indaga sulle condizioni di lavoro e non lavoro in Italia, tra analisi e racconto.
Giovani e meno giovani costretti a lavorare gratis, uomini e donne assuefatti dalla logica della promessa di un lavoro pagato domani, lavoratori a 3 euro l’ora nel pubblico e nel privato: questa è la modernità che paga a cottimo. Sottoccupazione da un lato e ritmi di lavoro mortali dall’altro. Diritti negati dentro e fuori le aziende per quanti non vogliono cedere al ricatto. Storie di ordinario sfruttamento, legalizzato da vent’anni di flessibilizzazione del mercato del lavoro. Malgrado la retorica della flessibilità espansiva e del merito come ingredienti indispensabili alla crescita sia stata smentita dai fatti, il potere politico ha avallato le richieste delle imprese. Il risultato è stato una cornice legislativa e istituzionale che ha prodotto uno sfaldamento del mondo del lavoro. Da un lato, il ridursi dei redditi da lavoro a favore dei profitti e delle rendite del capitale, nonostante i lavoratori siano più produttivi che mai. Dall’altro, facchini, commesse, lavoratori dei call center, addetti alle pulizie in appalto procedono in ordine sparso, non sentono più di appartenere alla medesima comunità di destino.
La questione del lavoro in Italia come altrove rimane una questione di rapporti di forza tra sfruttati e sfruttatori, tra oppressi e oppressori.
Questi i temi affrontati nel libro attraverso l’analisi di alcuni settori chiave, i racconti dei lavoratori che quotidianamente subiscono la violenza del dominio di impresa. Nonostante ricostruire l’immaginario del lavoro sia una vera e propria discesa agli inferi, è importante non lasciarsi pervadere dalla rassegnazione: è possibile ribaltare lo stato di cose presenti, interrogandosi e dando risposte precise all'interrogativo di sempre, “che fare?”.