Il primo muro eretto in Europa dopo la caduta del muro di Berlino è quello di Melilla, in Marocco. Una barriera alta sette metri sormontata da filo spinato. Il costo, sostenuto dall’Unione Europa, è stato di 30 milioni di euro. Non è facile scavalcarlo, ma se si riesce si entra in Europa. Nell’ultimo mezzo secolo, quasi un terzo delle nazioni ha costruito barriere per separarsi da qualcosa o qualcuno. L’Atlante delle guerre nel 2023 ne contava 63. Tra questi il muro di separazione israeliano, 730 km di barriere costruito in Cisgiordania; la barriera metallica che attraversa per 175 chilometri il confine tra Ungheria e Serbia, lungo la rotta Balcanica, voluta da Viktor Orbán. Sono fortezze che promuovono il conflitto, segregano le persone, proteggendo privilegi e potere e negando agli altri i diritti umani e la dignità. Ai muri fisici si aggiungono quelli invisibili della paura e dell’intolleranza, fomentati dai media e dalla politica esercitata per consenso e in costante aumento con il crescere di guerre che minacciano i confini dell’Europa.
Mai come in questo momento storico di nazionalismi, è nostra responsabilità spingere lo sguardo oltre i confini. Oltre i muri, così come recita lo slogan della campagna tesseramento 2024-2025 dell’Arci. Con oltre un milione di sociɜ e più di 4100 basi associative, l’Arci si prepara a un nuovo anno di attività, progetti, iniziative politiche che devono aiutare le comunità ad avere fiducia nel futuro, a non temere l’altrə, a innamorarsi nuovamente dell’impegno civico e dell’attivismo politico. Per contrastare le disuguaglianze e le divisioni che attraversano il nostro paese, alimentate da un governo che ogni giorno innalza confini identitari e muri per limitare le libertà e il diritto di dissentire.
Guardare oltre i muri significa anche re-imparare a sognare, a giocare, a sfidare la consuetudine e immaginare l’impossibile. È capitato a Longone Sabino, dove qualche settimana fa è stato inaugurato il circolo U Cinemittu, il cinema più piccolo d’Italia, e forse d’Europa, con 12 posti. I Circoli sono la nostra forza, sono spazi del possibile che non hanno muri, che tentano di connettere il dentro con il fuori, di farsi centro nei luoghi più marginali. Centri culturali, luoghi di aggregazione e socialità, spazi pubblici di prossimità, liberi e femministi di cui dobbiamo prenderci cura e che abbiamo la responsabilità di far crescere.
La nuova campagna di comunicazione, realizzata dall’agenzia Ortica Studio, mette a disposizione dell’Arci nuovi strumenti informativi, per raccontare i valori e l’identità dell’Arci e pone l’attenzione su tutte le opportunità per lɜ sociɜ: dall’app al tesseramento alias, che lo scorso anno ha permesso a quasi 2mila persone in transizione di genere di autodeterminarsi e scegliere un nome di elezione. A dimostrazione di un’associazione aperta, femminista, antifascista e antirazzista, che in modo collettivo va oltre i muri e si spinge verso nuovi orizzonti.
Tuttɜ insieme da oggi ci prendiamo l’impegno di raccontarla e ci auguriamo che gli strumenti di messi a disposizione di tutta l’associazione siano un’utile cassetta degli attrezzi.
Linee, parole, pensieri, emozioni, nascita e morte.
In principio il nulla, poi un punto che crea lo spazio, svelando così l'ineffabilità di quel nulla che al tempo stesso consente a punti, linee, parole e forme di esistere.
Sabato 11 Maggio, alle ore 20:00, il barlettano Alessandro Lamonaca presenterà il suo ultimo libro “Breviario dalla Luna”, presso l’Arci Carlo Cafiero, in via Paolo Ricci 153.
Una raccolta di poesie per esprimere il mistero della vita, il motivo per il quale ogni cosa nasce per poi morire.
Echeggia stormo di gabbiani.
Scopro di esser solo.
Cade la pioggia.
Alessandro Lamonaca nasce il 7 marzo 1988 a Barletta, città nella quale vive ancora oggi con sua moglie, due figlie e un cane. Proviene da un ambiente cattolico non praticante, cresce assieme ai due fratelli dai quali acquisisce esperienze e contraddizioni. Dopo gli studi tecnico-commerciali, dai quali apprende le sfumature analitiche, si avvicina a tutt’altro ambito con il conseguimento della laurea. Ricopre da circa 13 anni l’onere e l’onore di prendersi cura delle persone attraverso la professione di infermiere. Padre, marito e fratello, ma ancora prima figlio, è mosso da una grande curiosità per le varie forme espressive e di analisi della realtà per la comprensione dell’intangibile.
“Mi preparo ad essere suono, ad essere energia,
ad essere dopo la vita”.